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Stimolazione nel declino cognitivo: come funziona e perché è importante

La stimolazione cognitiva è un Intervento Non Farmacologico che aiuta a mantenere attive alcune funzioni cognitive – come memoria, attenzione, orientamento, linguaggio, abilità visuo-spaziali – in persone anziane con decadimento legato all’età o a patologie neurodegenerative (come la demenza di tipo Alzheimer).

👉  Attenzione! La stimolazione cognitiva non è una riabilitazione
A differenza della riabilitazione, che punta al recupero delle capacità compromesse, la stimolazione ha come obiettivo il mantenimento delle abilità residue.
È un modo per contrastare la perdita, rallentare la progressione e dare valore al presente.

📍 La base scientifica è la neuroplasticità
L’efficacia della stimolazione cognitiva si fonda sugli studi scientifici circa la neuroplasticità i quali confermano la capacità del nostro cervello di modificare la propria struttura e le proprie connessioni nel corso del tempo in risposta all’esperienza. Per struttura si intende l’insieme dei neuroni che costituiscono il cervello, mentre la fitta rete di connessioni sono la ‘comunicazione’ che i neuroni stabiliscono fra loro dando vita alle funzioni cognitive. In presenza di deficit, la neuroplasticità consente alla persona – se adeguatamente stimolata – di utilizzare circuiti alternativi, compensando quelli danneggiati.

🌀 Cosa si intende per “persona al centro dell’Intervento Non farmacologico”
Un intervento efficace non si limita a proporre esercizi. Ma è fondamentale che l’attività sia su misura, calibrata su:
– capacità residue
– interessi e storia personale
– contesto emotivo e familiare
Ad esempio gli esercizi proposti non dovranno essere mai né troppo semplici (la persona si sentirebbe svilita), né troppo complessi (in questo caso si sentirebbe in difficoltà). L’incontro non deve essere vissuto dalla persona come un insieme di compiti da svolgere ma piuttosto come uno spazio coinvolgente, creativo e positivo.
L’operatore educativo gioca un ruolo chiave: crea un clima di fiducia, accoglienza e gioco, in cui la persona possa sentirsi valorizzata e non giudicata.

🧡  La qualità della vita è ancora possibile
Anche in presenza di una malattia cronica e irreversibile, si può parlare di benessere. Come dice l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità):

“la salute è uno stato caratterizzato da un completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente dall’assenza di malattie o infermità”

Ecco perché gli interventi educativi non si limitano alla mente, ma si estendono alla relazione, alle emozioni, all’identità.

Un intervento di stimolazione cognitiva ben progettato non è solo “allenamento mentale”, ma cura della persona nella sua interezza. Attraverso l’ascolto, il gioco, la memoria condivisa, il ritmo delle piccole cose, si può tenere viva la dignità e la voglia di esserci, anche nel tempo della fragilità.

 

Photo by Daniela Piola